venerdì 28 novembre 2008

La mort, c'est comme une chose impossible...

In ricordo di Fred Chichin (1 Maggio 1954 - 28 Novembre 2007)

"Mais c'est la mort qui t'a assassinée, Marcia
C'est la mort qui t'a consumée, Marcia
C"est le cancer que tu as pris sous ton bras
Maintenant, tu es en cendres, cendres
La mort, c'est comme une chose impossible
Et même à toi qui est forte comme une fusée
Et même à toi, qui est la vie même, Marcia
C'est la mort qui t'a emmenée"

(Les Rita Mitsouko "Marcia baila", 1985)

giovedì 27 novembre 2008

E' esattamente così che mi sento

See'st thou not how stiff and wondrous old,
Far unfit to bear the bitter cold,
I can scarcely move or draw my breath?
Let me, let me freeze again to death.
(Henry Purcell, "King Arthur", Act Three, 1691)

lunedì 24 novembre 2008

Buone notizie dal Regno Unito

Finalmente ho la conferma che la mia lettera a Chrissie Hynde è giunta a destinazione. Un piccolo passo avanti.

sabato 22 novembre 2008

Awakenings

Non conosco più risvegli senza dolore, senza angoscia, senza fastidio. Senza disprezzo per qualcuno o qualcosa che verrà. "I will never be clean again" (The Cure, "The figurehead", 1982)

giovedì 20 novembre 2008

Al Bar degli Spettri

"Devo fare un investimento, Mario" esordisco allungando una banconota da dieci euro, frutto insperato di un generoso sconto da parte della parrucchiera.
"Benissimo cara: vuoi investire in tabacco?"
Le unghie sono interamente orlate di nero. Forse, se Mario si dedicasse al lavaggio delle tazzine con maggior dedizione ne guadagnerebbero anche le unghie, rifletto infilando nella borsa i miei biglietti della speranza. Il Bar degli Spettri non dispone di lavastoviglie. In compenso vanta un avveniristico impianto televisivo a beneficio degli scommettitori.
Quando Mario saluta un avventore mimando uno stantuffo in azione, mi rendo conto di essere la sola signora presente nel locale. Con un briciolo di disappunto realizzo che, nonostante l'acconciatura sbarazzina e il cappotto di maglia color petrolio bordato di strass - unica macchia di colore che buca l'uniformità giallastra dell'ambiente - non sono stata degnata della minima attenzione da parte dei signori maschi arrampicati sugli sgabelli. Hanno le spalle curve sui monitor, le pupille arrotate, i muscoli flaccidi di chi si lascia scorrere il tempo addosso. Non so nemmeno quanto desiderino vincere a quegli accidenti di videopoker o comunque si chiamino. Tanto è chiaro che nessuna vincita basterà a fermarli. Un'altra morbida forma di schiavitù con lenta atrofizzazione cerebrale incorporata.

martedì 18 novembre 2008

Oggi

"...una pioggia sottile di pensieri cattivi..."
(Francesco De Gregori "La campana", 1978)

lunedì 17 novembre 2008

Nel quarantesimo anniversario della scomparsa di Mervyn Peake

"Attorno alle mura del castello di Gormenghast, la città di fango degli Abitatori Esterni giaceva scomposta sotto il sole, con migliaia di casupole che butteravano la terra come tane di talpa. Gli Abitatori, o Scultori Radiosi come a volte volevano essere chiamati, seguivano rituali propri altrettanto sacrosanti di quelli del castello.
Incanagliti dalla povertà e soggetti a quelle malattie che prosperano nell'indigenza, erano tuttavia un popolo orgoglioso, anche se bigotto. [...] Forse era solo l'orgoglio dei soggiogati - una strategia di compensazione - , ma per loro era qualcosa di molto concreto. [...] Al cuore di quella vita cenciosa e bizzarra c'era un'ortodossia dura come il ferro, fatta di convenzioni intoccabili. [...] A fianco di un oltraggioso disprezzo delle più elementari norme igieniche era presente un feroce moralismo, atavico, inflessibile e crudele.[...]
In un vicolo invaso dalle mosche che seguiva una curva delle Mura Esterne, il crepuscolo scendeva come polline. L'oscurità si infittì gradualmente, fino a sommergere il vicolo e i rozzi tetti di fango e felci.
Lungo quel tratto delle mura era accovacciata una fila di mendicanti. Sembravano crescere dalla polvere su cui erano seduti. Li copriva sino ai fianchi, come un mare morto e grigio, come un'alta marea - una soffice marea di polvere. Era deliziosamente fine, morbida come un letto di piume.
I mendicanti, dunque, sedevano nella polvere color tortora, con la schiena appoggiata al muro di fango di una casupola riscaldata dal sole. Erano questi i loro lussi, un soffice cuscino di polvere e l'aria calda e piena di mosche."
(da "Gormenghast" di Mervyn Peake, traduzione di Roberto Serrai, ed. Adelphi)

Per chi avesse ancora dei dubbi circa la sbalorditiva modernità della Trilogia di Gormenghast.
Al genio di Mervyn Peake (9 luglio 1911 – 17 novembre 1968) nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa.

domenica 16 novembre 2008

Dopo aver letto su Repubblica un servizio di Daniele Mastrogiacomo dal Congo

Che cosa pensa un uomo che lavora in una miniera di uranio in Congo? Che cosa pensa quando riemerge da un cunicolo clandestino, il bottino clandestino sulle spalle, sorvegliato a vista da un mercenario clandestino? Da che cosa fugge un cinese o un indiano che si nasconde nelle viscere del Congo? Esistono dunque inferni peggiori?

sabato 15 novembre 2008

Merci Catherine


Una delizia che ho trovato nella cassetta della posta. Straordinaria Catherine.

venerdì 14 novembre 2008

“Da qui, Messere, si domina la valle: ciò che si vede, è” (Banco del Mutuo Soccorso, 1972)

No, per il momento ancora niente ospiti, per favore. C’è tutto da rassettare, idee e ricordi sparsi ovunque.
E’ un cielo timidamente stellato quello su cui mi affaccio stasera, un angolo di silenzio perfetto. Prometto solennemente di non usare troppo parole. Il meglio vorrei riservarlo per le mie prossime creature, se mai ce ne saranno.
Un angolo per respirare, dunque. La proiezione dell’altrove che costantemente sogno ad occhi aperti. Ma per ora questo è tutto ciò che mi è concesso.
Da qui, io domino la valle. E qui purifico il mio sguardo, prima di rigettarmi "entro il cratere ove gorgoglia il tempo"