domenica 8 dicembre 2013

Le primarie, il lupo, Pierino e il narratore.

Provo un'intensa antipatia per Matteo Renzi. La prima cosa che odiai in lui, anni fa, quando a malapena sapevo chi fosse, fu la voce: mi capitò di sentirlo alla radio nel ruolo di narratore in Pierino e il lupo e l'irritazione fu istantanea. Avvertii nel suo tono una smania di protagonismo che mi procurò un intenso fastidio. Unitamente alla sua popolarità è aumentata anche la mia avversione nei suoi confronti. Credo sia questa la ragione per cui stamattina, all'improvviso, ho sentito il bisogno di fare una cosa che mai mi sarei aspettata da me stessa: mettermi in coda per le primarie. Ebbene sì, perché nella sala consiliare del comune di Villaguardia, oggi, poco prima delle 14, sono stata testimone di una (seppur modesta) coda. Sono una specialista delle cause perse, certo, ma anche una ribelle orgogliosa, e non volevo consegnarmi alla sconfitta senza manifestare il mio dissenso. Non ho mai votato Pd e di certo non comincerò adesso. Voglio vedere il narratore alla prova dei fatti, al netto delle sue ciance.

mercoledì 4 dicembre 2013

Incapace

Mi sento incapace di fare qualsiasi cosa. Mi sento tollerata - e sostenuta -  dalla società come un reduce di guerra. Con la differenza che io ho combattuto per me stessa, non per la patria. Dunque mi sento doppiamente grata. Forse per il momento devo solo accontentarmi di stare a galla.

domenica 1 dicembre 2013

Di cosa parliamo quando parliamo di Made in Italy

È almeno un anno - sicuramente a partire dall'incendio di Dacca del novembre 2012 - che prima di comprare un capo di abbigliamento mi sincero che non sia stato prodotto in Bangladesh. Raramente riesco a concedermi un capo prodotto in Italia ma, quando succede, mi sento soddisfatta e a posto con la coscienza. Certo alla luce di quello che è successo oggi mi chiedo che senso abbia il mio scrupolo. Di cosa parliamo quando parliamo di Made in Italy?

mercoledì 20 novembre 2013

Primo giorno di sole

dopo non so più quanto, e la prospettiva di passare il pomeriggio in uno sgabuzzino angusto a fare fisioterapia col sottofondo delle chiacchiere demenziali provenienti dalla sala d'aspetto, non ha alcun effetto tonificante sulla mia povera psiche.
Comunque, il modesto soleggiamento odierno avrà sorte effimera. Meglio così. Torniamo ai nostri boschi fradici e alle solitudini tempestose di sempre.

venerdì 15 novembre 2013

Ode all'autunno

Saranno anche belli i cieli tersi d'estate, le vastità turchine e i contorni delle cose affilati dal sole, ma io amo i cieli bui dell'autunno, quando spira il gelo d'inverno tra le ultime dolcezze piovigginose. Mi piace il momento cupo del passaggio, quando gli alberi, svanita la prima vera tempesta, si scoprono a brandelli; quando il crepuscolo precipita all'improvviso e l'aria candida ti taglia le mani. È un tempo dolce, questo. Un tempo da passare dietro un vetro illuminato ascoltando le Suites Inglesi; il sogno di un Nord ideale di bimbi in slitta e maglioni jacquard e cori e vetrofanie di Natale. Un Nord che non esiste, se in Norvegia non è più possibile portare al collo un crocifisso.
Oltre al bel clima autunnale, la giornata si è distinta per la puntata di Wikiradio dedicata a John Keats e raccontata - al solito splendidamente - da Franco Buffoni.
 

mercoledì 30 ottobre 2013

Back to the attic

Perché proprio qui, invece di creare una pagina nuova? Questo avvitarmi di corsa su per le vecchie scale (cit. Ivan Graziani) dice tutto di me qui e ora. Ovvio che in questo posto c'è una paccata di cianfrusaglie di cui farei a meno, ovvio che tutto questo rosa adolescenziale (ma come ho potuto sceglierlo, allora?) impone un restyling urgente. E questo aggirarmi tra cimeli impolverati non fa che rammentarmi la soffitta di Dorian Gray. Brutta storia.
Ad ogni modo, Fuchsia è tornata a casa, fondamentalmente perché sa che qui e ora nessuno verrà a cercarla; e lei da parte sua farà del suo meglio per non farsi trovare. Ci riuscirà scrivendo cose così banali che qualsiasi malcapitato abbandonerà istantaneamente la pagina. Effetto assicurato.

Ma veniamo al dunque. Mettiamo un poco d'ordine dove possibile e godiamoci questa garbatissima lettura che è il modo migliore per ricordare Lou. Il resto a più tardi.