"Attorno alle mura del castello di Gormenghast, la città di fango degli Abitatori Esterni giaceva scomposta sotto il sole, con migliaia di casupole che butteravano la terra come tane di talpa. Gli Abitatori, o Scultori Radiosi come a volte volevano essere chiamati, seguivano rituali propri altrettanto sacrosanti di quelli del castello.
Incanagliti dalla povertà e soggetti a quelle malattie che prosperano nell'indigenza, erano tuttavia un popolo orgoglioso, anche se bigotto. [...] Forse era solo l'orgoglio dei soggiogati - una strategia di compensazione - , ma per loro era qualcosa di molto concreto. [...] Al cuore di quella vita cenciosa e bizzarra c'era un'ortodossia dura come il ferro, fatta di convenzioni intoccabili. [...] A fianco di un oltraggioso disprezzo delle più elementari norme igieniche era presente un feroce moralismo, atavico, inflessibile e crudele.[...]
In un vicolo invaso dalle mosche che seguiva una curva delle Mura Esterne, il crepuscolo scendeva come polline. L'oscurità si infittì gradualmente, fino a sommergere il vicolo e i rozzi tetti di fango e felci.
Lungo quel tratto delle mura era accovacciata una fila di mendicanti. Sembravano crescere dalla polvere su cui erano seduti. Li copriva sino ai fianchi, come un mare morto e grigio, come un'alta marea - una soffice marea di polvere. Era deliziosamente fine, morbida come un letto di piume.
I mendicanti, dunque, sedevano nella polvere color tortora, con la schiena appoggiata al muro di fango di una casupola riscaldata dal sole. Erano questi i loro lussi, un soffice cuscino di polvere e l'aria calda e piena di mosche."
(da "Gormenghast" di Mervyn Peake, traduzione di Roberto Serrai, ed. Adelphi)
Per chi avesse ancora dei dubbi circa la sbalorditiva modernità della Trilogia di Gormenghast.
Al genio di Mervyn Peake (9 luglio 1911 – 17 novembre 1968) nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa.
2 commenti:
Scusa se lascio un commento su un post di qualche anno fa, ma il tempismo non è la mia dote migliore; scherzi a parte, sono capitata oggi sul tuo blog, attirata dal titolo.
Tito di Gormenghast e Gormenghast sono tra i libri più belli che abbia mai letto, soprattutto il primo.
ciao MQ
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