sabato 20 giugno 2009

La nausea

Erano mesi, ormai, che non mi concedevo un sabato mattina di commissioni e (modesto) shopping in centro ed è stato penoso.
Non ho fatto che incrociare per strada tutte queste ragazze, queste giovani donne assolutamente identiche fra loro, tutte pettinate e accessoriate come le donne del presidente che invadono le prime pagine dei quotidiani.
La libreria e il negozio di dischi hanno offerto una boccata d'ossigeno, mi hanno evitato l'attacco di panico, ma l'angoscia era lì pronta a riagguantarmi all'uscita. Il cielo era così smagliante da riuscire solo ad amplificare il generale insulto al buon gusto.
Credo di aver consumato ogni residuo di tolleranza. Ho raschiato nel fondo del mio cuore ma non so più trovare un briciolo di disponibilità al compromesso.
Non sopporto più la prevedibilità e l'indistinguibilità.
Sono così stanca che non ho nemmeno più la forza di sollevare la testa e ruggire.
Qualcuno mi porti via di qui, per favore. E' il mio solo desiderio, in questo momento: andare via di qui senza guardarmi indietro.
"Fade far away, dissolve, and quite forget..."

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