La giacca un poco stretta sotto al mento
cammino a passi svelti e guardo avanti
fogliame smorto austero sparso al vento
che ghiaccia il cuore (non le mani, ho i guanti),
e m'obbliga a soffrire ciò che sento
immerso in dubbi e in sogni contrastanti:
ho visto lo splendore dell'inverno
posarsi su una roccia per l'eterno...
Ho visto per un attimo l'eterno:
cangiandosi è scaduto negli istanti
boriosi e vuoti. Torno a casa, spento...
È strano come tutto ci abbandoni,
che quanto appare immenso crolli presto
e il turbinare vuoto d'emozioni
ci porga adesso quello adesso questo,
stonando in preda a oscure sensazioni,
stordendoci per niente. È manifesto:
finito il tempo in cui tutto capivo
flirtando con il nulla io sopravvivo.
(Aldo Nove, da "Fuoco su Babilonia!" poesie 1984 - 1996, Crocetti)
Nessun commento:
Posta un commento