Incappo casualmente in un articolo che potrebbe anche sembrare una buffonata, non fosse che ormai la politica berlusconiana ha ufficialmente bandito il confine tra serio e faceto (nonché tra verità e menzogna) per cui c'è da credere che anche quest'ultimo exploit di demenza governativa abbia un qualche fondamento reale.
Ora, io, pur avendo scelto di non averne, non ho niente contro i bambini o contro le famiglie numerose, sia chiaro. Solo mi inquieta l'interpretazione estremamente limitata del concetto di famiglia che questi tentati provvedimenti sottintendono. Naturalmente l'unica famiglia possibile per questo governo è quella composta da mamma, papà e tanti bambini. Tutti gli altri membri della società che lavorano e pagano le tasse, se non sono regolarmente sposati con prole, devono arrangiarsi e affrontare la crisi con mezzi propri.
Che aria tirasse l'avevamo già capito da tempo e sia sull'argomento fascismo che sull'argomento famiglia mi fermo qui. Perché quel che mi preme sottolineare di questa serie di provvedimenti è l'ultimo, demenziale punto: "premio amico della famiglia. Un concorso a premi che mette in palio 3 milioni di euro ai soggetti – compresi gli enti locali fino a 15mila abitanti – che hanno attuato interventi a favore delle famiglie." (cito direttamente dall'articolo apparso in rete).
Un concorso a premi. Premio amico della famiglia. Un po' mi viene da ridere, un po' mi viene da piangere. Non so. Non ho il televisore da quattordici anni e comincio a sentirmi una sovversiva.
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