domenica 18 ottobre 2009

Milano

A Milano mi sento più straniera che altrove. E dire che ai tempi dell'università era il mio rifugio e qualsiasi pretesto era buono per andarci anche di sabato.
Sarà che i treni - in particolare quelli delle Nord - sono ormai così lerci da scoraggiare anche i meno schizzinosi, sarà che raggiungerla in macchina non è precisamente uno svago, di fatto ormai ci vado di rado, generalmente per qualche concerto se proprio l'alternativa svizzera è impraticabile (potendo scegliere di solito mi accollo volentieri i 300 Km per Zurigo piuttosto che i 50 che mi separano da Milano).

Milano si è fatta così brutta da diventare irriconoscibile.
Se si esclude il solito centro, la città vera, quella degli studenti, degli stagisti, dei lavoratori precari, dei meridionali, degli islamici, degli immigrati tutti e dei milanesi, è una città squallida, sporca e opprimente. Non sto dicendo niente di originale, me ne rendo conto, ma la Milano che ho visto ieri è certamente una delle più degradate città d'Europa.
Milano è fondamentalmente auto parcheggiate ovunque, marciapiedi zebrati di piscio di cane, e pozze di piscio umano che si mescola a quello animale e una ragazza incinta che si appoggia a un muro imbrattato di piscio di cane, e poi escrementi sparsi e un tizio che scende dall'auto e vomita in mezzo alla strada e chiazze di vomito secco qua e là e il lungo elenco di schifezze e squallori potrebbe continuare ma mi limito ai capisaldi tra i segni distintivi del degrado urbano.
È un periodo in cui non ho alcuna voglia di scrivere ma lo schifo in cui mi sono trovata immersa ieri sera mi impedisce di stare zitta.
La famosa Milano che ospiterà l'Expo nel 2015 è essenzialmente una brutta città bistrattata da amministratori ignoranti, affamata e abbandonata a se stessa.

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