Scrivo poco, mi dicono. Ho i miei motivi, dico io.
Sarà che ogni energia sana la dedico al tedesco, che mi sembra l’iniziativa più costruttiva, di questi tempi.
Poi a sbattermi a terra c’è l’incalzare della cassa integrazione con tutto quel che ne consegue: non solo riduzione dello stipendio ma orari sballati, assoluta mancanza di programmazione, perdita di contatto col lavoro, allentamento dei rapporti coi fornitori (in cassa pure loro), dequalificazione professionale. In sintesi: scazzo.
Poi c’è la malinconia dell’estate, con tutte le sue false promesse, i suoi semi di morte, i segreti e la desolazione, marciume e disfacimento nelle boscaglie maleodoranti. Tutto questo mi scaraventa in un passato odioso. Tutto questo mi fa solo desiderare intensamente di essere altrove.
4 commenti:
Un'altra minaccia incombe. E'strano che ancora non sia stata lanciata "la canzone dell'estate" (almeno, mi pare...).
Eh, sono tutte certezze che vengono a mancare...
C'è però un luogo al mondo (o almeno quello che conosco io) dove le cose vanno in modo che l'estate (ma anche la domenica) abbiano un altro aspetto ed un'altra consistenza.
Non è solo un fatto di altro emisfero, ma a Rio l'estate è dignitosa, attiva e decisa.
Il buio delle sei di pomeriggio è un inconveniente sopportabilissimo, anzi, rende piacevole andare per negozi e bancarelle nelle vie laterali alla Avenida Atlantica.
I cerros, gli alberi altissimi e l'oceano sopportano bene tutto quel brulicare umano.
Sembrano sapere che non sarà per sempre.
Sanno che tutto questo, un giorno, sarà di nuovo loro.
Delle nostre tracce umane non sarà rimasto più niente. A parte, naturalmente, un silenzioso e ancora più maestoso Corcovado.
(fuchsia, scusa se ho invaso il tuo spazio ma "cuando a saudade vem, nào tem explicaçào" ..)
"A tristeza é senhora,
Desde que o samba é samba é assim
A lágrima clara sobre a pele escura,
a noite e a chuva que cai lá fora
Solidão apavora,
tudo demorando em ser tão ruim
Mas alguma coisa acontece,
no quando agora em mim
Cantando eu mando a tristeza embora"
(Caetano Veloso e Gilberto Gil)
Você não precisa pedir desculpa, Guanabara. Muito obrigada pela sua nota. Boa noite.
Posta un commento