Non capisco. Lo ammetto candidamente, come ammetto di non essere un’esperta di politica internazionale. Non sono esperta di niente, a dire il vero. L’unica cosa che so con certezza, però, è che nessun genere di violenza è giusto e accettabile; nessun genere di violenza ha mai sistemato le cose. Perciò, ripeto, non capisco la ridda di commenti che si sono scatenati sul web a proposito della fase più recente del conflitto israelo-palestinese. Leggo volentieri gli articoli di chi ne sa più di me, mi piace capire, pur sapendo che entrambe le parti hanno torto e ragione e che ci sarà sempre un motivo per prolungare in eterno il conflitto a meno che non si scelga deliberatamente di porvi fine. Detto questo, davvero io non capisco -e trovo di cattivo gusto - il clima da tifoseria che anima certi commenti. Che senso ha sostenere l’una o l’altra delle parti in guerra? Non sono forse entrambe le fazioni vittime e carnefici nello stesso tempo e nello stesso modo? Personalmente provo solo una profonda pena: provo pena per la gente costretta a sopravvivere fra gli stenti, tra fogne a cielo aperto, provo pena per chi aggredisce e per chi odia. Sì, io provo pena per gli aggressori, a qualunque gruppo appartengano, perché preparano sempre il terreno a nuove violenze, perché ogni conflitto è un passo indietro dell’umanità.
Non capisco: non capisco che senso abbia parteggiare per una fazione e non, invece, per la cessazione totale, immediata, di qualsiasi guerra, di qualsiasi sofferenza. Non capisco perché schierarsi così apertamente per il conflitto israelo-palestinese e non, ad esempio, contro la guerriglia, la miseria e le malattie che devastano l’Africa, non capisco perché non prendere posizione di fronte all’ ennesimo massacro a colpi di machete avvenuto in una chiesa cattolica nella Repubblica del Congo il giorno di Santo Stefano. Non so: gli esseri umani di serie Z, gli schiavi che grattano il ventre nero del Congo per regalarci il coltan e dunque le mirabili tecnologie di cui non sapremmo più fare a meno, le vittime inconsapevoli degli imperialismi sofisticati e (quasi) invisibili dei nostri giorni, tutte queste anime senza nome non valgono nemmeno una manciata di secondi di indignazione?
Nessun commento:
Posta un commento