Sono stati grandi. Molto più di quanto mi aspettassi. Anche il tetro palazzacciosharp mi è parso meno lugubre e sporco del solito. E pure il sound era più che dignitoso.
Pubblico foltissimo, perfettamente intonato, già ondeggiante e fuori di sè al secondo pezzo. Una scarica inarrestabile di riff acidi, il suono scuro e amaro di Kapranos e la sua voce che qua e là ricordava quella di Jim Morrison.
Bellissimi i sintetizzatori usati con parsimonia, gusto e rara intelligenza.
Finale orgasmico con rito percussivo collettivo e gran delirio psichedelico. Grandi. Grandi davvero, senza mezzi termini.
Il bluesman di casa si è espresso in termini lusinghieri dichiarandosi del tutto soddisfatto (anche di avermi regalato il biglietto, presumo).
L’unico appunto lo riservo alla scenografia: personalmente avrei fatto volentieri a meno del fondale quadrettato in puro stile piastrella che dava al tutto un’aria glacialmente sixties .
Menzione particolare per il gruppo d’apertura, i berlinesi Kissogram: elettro-pop sintetico ed energico di chiara ascendenza teutonica. Peccato per i testi in inglese, il tedesco sarebbe stato perfetto. Il fantasma di Falco aleggiava comunque.
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