lunedì 2 marzo 2009

Grazie a Dio è lunedì

“Grazie a Dio è lunedì. Appoggiato alla ringhiera di ferro battuto, in attesa che le principesse raccolgano tutti i loro pezzi, contempli la pietra umida dei gradini. Quella che inizia è una settimana in cui Julia e Chloe sono affidate alle tue cure, finalmente.
Deirdre ha già lasciato la casa da parecchio, scivolando via dentro la sua morbida auto argentata. Al di là del portoncino di legno laccato rosso, ornato di un lucido batacchio di ottone, sono in corso le ultime trattative sugli abiti e i giochi che si riveleranno fondamentali nei prossimi cinque giorni a Lansdowne Village, a ben tre minuti e mezzo d’auto da qui.
Osservi l’ingresso dell’edificio come se lo vedessi per la prima volta, come se non ne avessi mai avuto l’occasione prima d’ora. Non ti è mai appartenuta questa casa, finisci per ammettere. Non l’hai scelta, l’hai solo accettata. Con le bambine in arrivo, non c’era stato il tempo di cercare una nuova sistemazione e, soprattutto, tu non avevi avuto la forza e la lucidità necessarie a desiderare qualcosa di diverso: l’ombra nera che stazionava sulla tua giungla di orrori a Hampstead proiettava automaticamente una luce benefica e desiderabile su tutte le dimore altrui.
Di fatto ti eri installato in una casa voluta e progettata – piuttosto male – da qualcun altro per qualcun altro, ma te n’ eri accorto, non senza sorpresa, solo quando le nebbie più fitte della depressione avevano cominciato a diradarsi: con l’affiorare di un panorama sciatto e deludente, si era fatto strada in te il bisogno di uno spazio autonomo, un rifugio, una zona franca che affermasse la tua identità. Invece di proporti un’alternativa e rifondare insieme a te un nuovo progetto, Deirdre aveva accettato la tua risoluzione come una stravaganza fra le tante, un prodotto della tua personalità inquieta cui aveva ritenuto saggio non opporsi. Si era mostrata comprensiva e tollerante, ma tutt’altro che disposta a rinnegare le radici messe in quella casa con l’uomo che ti aveva preceduto.
Neanche la doccia di poco fa è riuscita a lavare via quella sensazione sgradevole che ti sei trascinato fra le lenzuola per tutta la notte: la distanza fra te e Deirdre, la percezione di un’estraneità che per la prima volta il sesso non ha potuto smaltire. Una fastidiosa solitudine consumata come un tempo nel buio dell’insonnia, accanto all’irritante regolarità del respiro addormentato di lei.
Per fortuna è lunedì, pensi ancora, grato a tutte le persone indaffarate che oggi incroceranno i tuoi passi, è lunedì e l’aria promette pioggia.”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto bello. Brava !