martedì 7 aprile 2009

"...scrivo tutta la musica che mi viene in mente, come un forsennato, ma anche con tanta tristezza." (Claude Debussy, 1915)

Alla fine al concerto ci sono andata. Ci sono andata essenzialmente perchè ritengo che la musica sia un dovere e se c'è un concerto di un artista di rilievo fuori casa e a un prezzo decente è un dovere andarci. Perchè la buona musica è nutrimento dell'anima, sempre. Così al concerto ci sono andata anche se un po' trafelata, con la testa altrove, anche se ho fatto fatica a staccarmi dal pc dal quale speravo di avere notizie di G.
Il fatto che G abiti a L'Aquila insieme alla figlia spiega la mia apprensione. A dire il vero, io G non l'ho mai conosciuta, non personalmente, voglio dire. Però siamo amiche di forum, ci siamo incontrate nel nome di una band la cui musica ha rappresentato molto più della colonna sonora della nostra giovinezza. Io e G, all'interno della community, sventoliamo la bandiera delle più anziane: vantiamo concerti visti in anni d'oro e mitici vinili da battere all'asta.
Certo se il cellulare di G non dà segni di vita le ragioni sono le più ovvie: linee intasate, batteria scarica.

La sonata di Beethoven op.102 n.1 ha un suono un po' ruvido, poco convincente. O forse è semplicemente la mia anima ad essere sintonizzata altrove: penso al gruppetto degli amici romani che si stanno prodigando in tutti i modi per raggiungere G, penso che durante l'intervallo manderò un altro sms a M che sta a Bologna e magari ha ricevuto notizie da E che sta a Firenze.
Mai neanche per un solo istante retrocedo dalla convinzione che G sia sana e salva. Non ho mai avuto dubbi - non saprei dire perchè - ma la certezza si radica in me durante l'esecuzione dello splendido Pohádka di Janáček a cui Andsnes regala una luminosità impressionistica. La sonata di Debussy è un moto di ribellione all'orrore della guerra, è un disperato, geniale slancio di creatività di un uomo assediato dalla morte certa. E poi Lutoslawski (che qualcuno dietro di me non ha mai sentito nominare) ci precipita in un'atmosfera lugubre cui non avrebbe senso opporsi. Beethoven chiude il cerchio col conforto della perfezione. Il suono di Andsnes è perfetto, pulito, luminoso, equilibrato: contraltare ideale per la voce ruvida, essenziale e saggia del violoncello di Schiff (che ho trovato simpaticamente invecchiato). Bellissimo l'encore, il secondo movimento della Sonata di Chopin, reso senza alcun manierismo romantico.
Probabilmente non avrei potuto scegliere colonna sonora più adatta per una serata così strana e concitata. Mai rinunciare alla musica.
Oggi ho saputo che G e figlia sono state estratte dalle macerie sane e salve. Hanno perso tutto. G ha perso tutti i suoi preziosi vinili. I libri. Il passaparola della community si è già attivato, il gruppetto dei romani è pronto ad entrare in azione, G ha bisogno di tutto e c'è già chi ha offerto ospitalità, ognuno ha qualcosa da dare. Se G non avesse avuto una passione folle per la musica le nostre strade non si sarebero incrociate. G sarebbe un po' più sola e noi un po' più inutili.
Mai rinunciare a un concerto. Mai spegnere la musica.

2 commenti:

guanabara ha detto...

Proprio oggi, ascoltando la radio in macchina ho appreso che L'Aquila è (..era ? ) uno dei luogo con il più alto "consumo" di musica di alto livello, soprattutto classica. Che vergogna, per me, dover imparare qualcosa solo per causa di una tragedia...

fuchsia ha detto...

In effetti è una tragedia che ha costretto molta gente a prendere atto di una realtà sconosciuta.